FIRENZE. “Contenta, ma molto tesa” alla notizia che avrebbe lasciato il carcere: l’avvocato Alessandro Maneffa, che ha assistito Maria Luigia Redoli nella richiesta di liberazione condizionale accolta dal tribunale di sorveglianza di Milano, definisce così la ormai ex ‘Circe della Versilia’, condannata definitivamente all’ergastolo nel 1991 per l’omicidio del marito Luciano Iacopi.

“E’ stato un percorso molto lungo e accidentato e nell’ultimo anno era molto provata emotivamente, quasi tentata a rinunciare”, spiega il legale ricordando che la prima istanza stata presentata nel 2012. “Allegati agli atti ci sono diverse relazioni psicologiche sul percorso personale e sulle condizioni della signora Redoli”. La ‘Circe’ si è sempre professata innocente ed ha continuato a farlo anche dopo la sentenza definitiva e le perizie, spiega ancora l’avvocato Maneffa, “indicano che la signora Redoli ha comunque raggiunto il massimo livello possibile di rielaborazione dei fatti”. E nell’ordinanza di liberazione condizionale si sottolinea la “positiva evoluzione interiore maturata dalla Redoli nel corso dei lunghi anni di carcerazione ed il suo impegno profuso nell’attività lavorativa in carcere e di volontariato”. Maria Luigia Redoli, infatti, usciva dal carcere al mattino per rientrare la sera per prestare volontariato con una cooperativa di Cesano Boscone che assiste disabili psichici. Tra i motivi a sostegno della richiesta anche l’età della donna, oggi 76enne, e del marito, conosciuto nel 2009, che ogni mattina l’accompagnava in auto dal carcere alla cooperativa e viceversa, guidando per 150 chilometri al giorno.

(fonte ANSA)

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Maria Luigia Redoli

ultimo aggiornamento: 01-04-2015


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